domenica 20 gennaio 2013

Dilemma: sostenibile e biologico sono sinonimi? - Dilemma: are sustainable and organic synonymous?


In questi giorni mi si pone spesso il quesito: meglio la piuma d'oca o il poliestere? meglio il burro o la margarina?
Molto spesso quello che non è naturale è un prodotto del petrolio, per cui mi trovo a riflettere su quale sia il male minore.
Di sicuro le oche spiumate con crudeltà mi fanno accapponare la pelle. Le pellicce, le pelli le piume che si usano per abbigliamento e accessori sono naturali ma costano tanto in termini di tortura animale. Penso ai conigli e ai cincillà. :(
Le alternative in commercio costano tanto in termini ambientali. Non so se mi sono spiegata.
Come si comporta chi vive questo dilemma? esiste qualcuno che lo ha pensato prima di me? come se ne esce?
La margarina contiene olio di palma che non è affatto bio. Ma il burro è derivato dalla lavorazione del latte animale.
E l'olio non si può acquistare tutto perché la soia e il mais sono transgenici e.... non ci sto più dietro.
Non sempre si può sostituire il burro con l'olio. Nemmeno con l'olio di oliva.
E il miele? non si può sempre dolcificare con lo zucchero di canna e la stevia o i malti... non vanno bene in tutte le ricette di cucina. 
Non capisco più dove sia il confine tra sostenibile e biologico.
Quello che è ecosostenibile è anche biologico?
Aiutatemi!

yummy



I have found that not all natural things are natural and mainly come from petrol, therefore I often find myself to think about which product harms the least.

Off course, feathers from geese who receive cruelties, is horrible. Fur coats, animal skin, feathers used in apparel and accessories are to be considered natural but cost a lot in terms of animal torture. I also think about rabbits and chinchilla. L Le alternative in commercio costano tanto in termini ambientali. Non so se mi sono spiegata.
How should one act when you have these dilemmas? Has someone thought of these things before me? Where do you limit these thoughts?
Margarine contains palm oil and it is not at all organic. But butter comes from the milk of animals.
And not all oils can be used as many are from soya or corn but these are main OGM and…well I am getting more and more confused!  
You cannot always find a good substitution to butter or oil. Not even olive oil can be used all the time.
What about honey? You cannot always use brown sugar to sweeten not stevia or malts are right for all dishes. 

I am having problems understanding where the limits are between sustainable and organic.
Is sustainable also organic? 

Please help me!

6 commenti:

  1. Mmm, sulle pellicce vs derivato del petrolio non ho dubbi: derivato del petrolio! Tanto più che il pile si può anche ottenere da bottiglie riciclate, sarebbe una cosa da incentivare ;-)

    Olio di oliva: perchè non va bene per tutto? io lo uso anche per i dolci e se proprio ma proprio serve il burro, c'è il burro di cocco o di cacao, che anche se non sono Km 0 non hanno il problema etico legato all'olio di palma (se bio almeno)...

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  2. Concordo con Isabella Elise Siciliano, olio di oliva per tutto e, potendo, pasta madre per la lievitazione :)

    Io mi sono anche abituata a leggere bene le etichette (sperando nella veridicità) e quindi su quei capi di abbigliamento (ma invece non riesco ancora bene, per le scarpe!!) confezionati per l'appunto con riutilizzo della plastica come per il pile.

    Ed in cucina, morigeratezza e utilizzo più che posso di cibo crudo ovviamente vegetale. A ben vedere su questa linea toccherebbe evitare quelli che necessitano di lunga cottura come alcuni legumi a cui preferire, quelli da consumarsi freschi che guarda caso, dove le temperature lo permettono sono tutte o quasi a ciclo invernale, come fave e piselli che gradiscono temperature fresche. In primavera si passa ai fagiolini. Mi dilungo un attimo su questi ultimi punti, perché c'è da prestare moltissima attenzione nell'acquisto delle sementi ed evitare quelle nominate con sigla ibrido di. Acquistate quelle corrette o dove se ne ha la possibilità da agricoltori bio ed eco, si trattengono dai frutti i semi e si riseminano quelli. Via via che si procede in questo modo, le nuove coltura saranno sempre meglio adatte al luogo ed all'ambiente in cui crescono o sono inserite. Ci sarebbe da fare anche un discorso per chi compra o deve comprare il terriccio che sarebbe meglio evitare, ma non voglio dilungarmi. Sappiate che però, questa ve la passo, anche se magari lo sapete già, il cartone per alimenti non plastificato, messo a compostare oppure come pacciamatura o poco sotto il primo strato di terra, diventa terra ed è un grandissimo concimante. Inoltre ci fanno la casa i lombrichi. E' altamente igroscopico ma trattiene l'acqua ed è un ottimo isolante contro le basse temperature.

    Dimenticavo: olio di frantoio di zona, a km 0.

    Se mi sono dilungata troppo, chiedo scusa.

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  3. Ciao Yummy, i tuoi dubbi rispecchiano in toto i miei. Pure io che sono fissata con l'autoproduzione, nonostante il poco tempo che ho, e con tutta la storia del vegan e bio, nonostante i costi o i sacrifici, spesso mi chiedo se sia veramente la strada giusta. E' da tempo che mi devo comprare un giacone per l'inverno, sto rifiutando la piuma d'oca ma i materiali sintetici mi lasicano perplessa, risultato giro con un giaccone vecchio che da due anni mi dico di dover cambiare ma non so decidermi.
    Ho letto i commenti di Isabella Elise ed autoguarigione Reiki, direi che sono di ottimo stimolo, come le tante cose che leggo sull'argomento. Nonostante tutto i dubbi tornano spesso,nel mio caso il dubbio nasce soprattutto dalla non conoscenza dei materiali e dalla loro produzione oltre che sulle aziende, ma non ci si può sempre documentare su tutto e continuamente. Ed il portafoglio non può permettermi di acquistare dall'azienda vegan ed eticamente corretta, i prezzi sono spesso alti per il mio portafoglio.

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  4. Io per etica non compro banane o ananas biologiche che arrivano dal Nicaragua perché per me perde completamente senso comprare bio e poi far sprecare tanta benzina e cherosene in aereo, che biologico è?

    Io confido sempre nel KM O, nel rispetto delle stagioni (quindi no fragole a Natale) e nel riciclo (quindi si ai pile per esempio) e se è biologico tanto meglio. Preferisco una soja non OGM ma nemmeno ecologica ad una soja che arriva bio da chissà dove.
    Qua in Europa si riesce a trovare oramai tutto, tipo l'avocado, lo coltiva il mio vicino, e biologicamente.

    Poi io oramai ho fatto l'abitudine al malto per dolcificare o alla stevia anche se confesso se mi regalano la panela, io la uso. Per il risultato finale se gli altri ingredienti sono buoni, nessuno nota la differenza.

    (francesca)

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  5. Mi trovo anch'io spesso a fare queste tue riflessioni. In effetti dove si cerca di minimizzare un certo impatto ambientale spesso c'è il rischio di incorrere in soluzioni che però hanno un altro tipo di impatto.
    Quando si tratta di acquistare, quindi è sempre bene porsi la domanda: c'è una valida alternativa, che non comporti sofferenze, spreco di risorse, inquinamento, rifiuti... ?
    Questo è già, a mio parere importante. Purtroppo ancora troppa gente non lo fa. Quindi riteniamoci fortunate e orgogliose di essere tra le persone che si interrogano su queste cose.
    Le soluzioni non sempre ci sono. Però già consumare meno e con equilibrio, può essere di grande aiuto a questo pianeta! ;)

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  6. Ciao! Io vorrei fare una nota sul miele. Lo confesso,sono un'apicoltrice. Mi capita di discutere di sta cosa con mio cognato che è vegano. Lo zucchero, bianco o panela, viene sempre da lontano. Il miele no. In quasi ogni paese c'è un apicoltore ben contento di darvi il suo miele, se ce l'ha. Perchè negli ultimi anni la vita per le api non è semplice, lo saprete. In natura api e apoidi selvatici hanno vita breve. E invece gli apicoltori si fanno in quattro con grande passione per farle vivere. É grazie agli apicoltori ,alle loro segnalazioni,proteste, lotte ai giganti della chimica, che già da diversi anni, anche in Italia, non si usano più in certe colture intensive i neonicotinoidi, letali per gli impollinatori. Certo, c'è miele e miele. La differenza fondamentale è una sola: che tipo di trattamenti fa l'apicoltore per le malattie, se chimici o naturali. Tenendo conto che i trattamenti naturali sono ormai diffusissimi perchè molto efficaci e non provocano l'effetto "resistenza". Quindi parlate col vostro apicoltore di paese che ben felice vi racconterà...chidetegli come stanno le api e come le cura e poi decidete. Per me con l'acquisto di un vasetto di miele finanziate un'attività che dovrebbe essere "patrimonio dell'umanità"

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